Di origine medioevale, il feudo di Surbo è documentato per la prima volta in un diploma del normanno Tancredi d’Altavilla datato 1180, in cui il re cede terre e casali al monastero dei Santi Niccolò e Cataldo di Lecce.

Tuttavia il territorio circostante fu abitato sin dall’antichità e ciò è testimoniato da ritrovamenti di alcuni oggetti in bronzo (ora conservati presso il Museo nazionale archeologico di Taranto), risalenti alla prima metà del XII secolo a.C..
A circa 5 km da Lecce e vicina al mare di Torre Chianca, Surbo è circondata da masserie immerse in distese di uliveti secolari e campagna.
Il centro storico è un caratteristico susseguirsi di case a corte e vicoletti, che si alternano agli ampi sagrati delle chiese, tra cui la Matrice intitolata a Santa Maria del Popolo, con ben 13 altari impreziositi da tele e affreschi, l’antica Chiesa di San Vito e la caratteristica Chiesa di San Giuseppe.
La tradizione religiosa di Surbo è legata alla “Madonna vestita d’Oro”: è la storia della Madonna di Loreto festeggiata per tradizione ogni martedì dopo Pasqua. E’ la festa più sentita dagli abitanti del paese e allo stesso tempo richiama molti devoti e curiosi da lontano.


Secondo la tradizione popolare, alcuni contadini rinvennero dentro un tronco cavo di un ulivo, una statua di legno colore scuro e senza braccia. La portarono a Surbo nella Chiesa parrocchiale, ma l’indomani la statua ere sparita. Fu rinvenuta nel medesimo luogo in cui era stata ritrovata la prima volta nel tronco cavo dell’olivo. E lì fu eretta la Chiesa detta di d’Aurio.”

Occorre spingersi poco fuori dall’abitato per respirare la storia di questo antico sobborgo leccese, in cui si conserva la Chiesa di Santa Maria d’Aurio, costruzione medievale, in stile romanico pugliese, di fronte alla pittoresca Torre dei Cavallari, mentre tutto intorno trionfa la campagna con le caratteristiche casupole in pietra a secco e masserie.
La tradizione culinaria fa festa due volte l’anno a Surbo con la sagra della “cazzateddha” a giugno e quella della “piscialetta” in agosto: sono occasioni ideali per gustare le originali forme di pane concepite dalla fantasia della cucina locale.

Torre Chianca è apprezzata anche dagli amanti del relax. Per rimanere lontani dalla ressa, si possono scegliere le ampie e numerose spiagge libere oppure gli spazi al Parco di Rauccio, foresta protetta.

Il windserf è un’attrazione possibile in zona, incentivata anche dagli stabilimenti balneari.

Le torri costiere, mute sentinelle del mare

Sebbene alcune preesistenze, la progettazione delle torri costiere e la loro dislocazione sul territorio fu programmata nella seconda metà del XVI secolo durante il regno di Carlo V.Avamposti del capillare sistema difensivo salentino, le torri realizzavano una rete di avvistamento delle incursioni provenienti dal mare. In tal caso la segnalazione alle torri vicine e ai centri interni avveniva con suoni di corni e campane, fumate di giorno e fuochi di notte. Generalmente di piccole dimensioni, le torri ospitavano pochi armati o uomini a cavallo pronti a raggiungere e ad allarmare l’entroterra nel caso di coste defilate alla vista.Notevoli erano i vantaggi per chi acquistava una torre o ne costruiva una divenendone il “capitano”, titolo che dava diritto alla riscossione di dazi ed imposte alla cittadinanza, pena il diritto alla difesa in caso di attacco. Ecco quindi il proliferare di torri costiere, spesso realizzate in fretta e con materiali deperibili come l’acqua marina per impastare la malta, e la loro veloce erosione.La tecnica costruttiva delle prime torri era simile a quella utilizzata per le strutture in pietrame a secco a pianta quadrata o circolare. Generalmente realizzate con pietre informi, avevano basamento con mura a scarpata, all’interno del quale vi era la cisterna per la raccolta delle acque piovane dal terrazzo. Sul basamento si innestava il corpo soprastante, dotato di feritoie per gli archibugi e di caditoie, costituito da unico ambiente con scala di collegamento col terrazzo posta nelle mura della torre.Solo in seguito vennero realizzate torri più articolate, di dimensioni maggiori ed uso promiscuo, utilizzate come sede di comando o per stipare merci e uomini e dotate di ambienti abitabili al piano primo.Le torri cominciarono ad essere disarmate nella prima metà del XIX secolo con la fine delle incursioni saracene nel territorio salentino. Oggi alcune di esse sono state recuperate e trasformate nell’uso, altre sorvegliano ancora la costa e attendono mute il loro turno.

 


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